Chi si loda, si imbroda? Oltre il personal branding.

"Per quello che faccio, io non ho bisogno di personal branding..."! E no, mi spiace contraddirti, ma ti stai sbagliando di grosso. 

Senza essere ipocriti, oggi nessuno può fare a meno di un po' di sano personal branding. Che lo si voglia o no, per esistere devi raccontarti. Lo so, starai forse storcendo il naso, starai pensando a tutti quelli che fanno la telecronaca della propria vita minuto per minuto, ma io non mi sto riferendo a questo genere di soggetti patologici. 

Sto parlando di Personal Branding! Non starò qui a darti consigli su cosacomequandoperchè farlo, a questo ci hanno già pensato profili più autorevoli di me (Scandellari docet), sono qui per andare oltre al personal branding. 

Ho una domanda che mi frulla nella testa da un po' e non trovando una giusta risposta da giornimesianni la mia presenza nell' in-te-r-ne-t è via via scemata. 

Dunque, visto che sui social o ci si sta per condividere o altrimenti si fa la fine del guardone, è arrivato il momento di confrontarmi con tutti voi.

Chi si loda, si imbroda?


Ho sempre intercettato tutte le possibilità offerte da internet (dal 56k e il suo fantastico suono di connessione in poi) per fare rete, condividere pensieri, passioni, per raccontarmi e conoscere nuove persone lontane "milioni di chilometri". Proprio per questo, dopo una breve parentesi di blogging su alfemminile, nel 2011 ho aperto questo spazio e gli account social collegati a esso e a me. 

Tempo fa mi hanno scritto: "io prima di Facebook ero felice... ora sembra sempre che debba confrontarmi con i successi del mondo intero e ne esco perdente"!

Ho sempre condiviso di tutto, soprattutto gli insuccessi e i #maiunagioia, ma non di rado anche qualche soddisfazione. Prima di scrivere una parola conto SEMPRE fino a 10, cerco di scegliere con cura le parole da scrivere e quelle da non scrivere, ma quando si tratta di condividere gioie, beh... mi freno sempre un po'! Ed è proprio qui il punto. 

Questa parte della narrazione di se stessi mi ha sempre creato delle grandi paturnie, anche se leggendo qua e là, scrollando i feed dei vari social, ho davvero poco su cui riflettere: "io mi faccio troppe seghe mentali"!

Ok, chiaro! Io appartengo alla categorie di persone che provano quella che amo definire "empatia digitale". Sono una di quelle che se legge anche un solo post triste, di qualcuno presente nella propria rete di contatti, che scorre nella propria home si immedesima e sta male. Pensa che quello non sia il giorno giusto per condividere una gioia, perché qualcuno quel giorno sta soffrendo. Succede qualcosa di spiacevole nel mondo? Idem. Non parliamo se accade qualcosa ad uno della cerchia più intima di contatti. Avrete capito che per gli empatici digitali c'è sempre un motivo per smorzare la propria felicità. 

Cosa fare? Mi faccio coraggio, voglio uscire dal loop, guardo intorno e... vedo status su status di "wow, sono all'evento esclusivo";... "wow, ho un progetto super top, super fantastico, supersoloperme!"; "io-ce-l'ho-fatta-perché-mi-impegno-e-tu-non-ce-la-fai-perché-non-ti-impegni"... potrei continuare, ma il senso credo l'abbiate capito. Anche questo guardarmi intorno non mi è di aiuto, anzi! 

Perdonate le tante parole, ma siamo finalmente arrivati al nocciolo della questione e mi/vi chiedo: il personal branding non avrà dato alla testa? Quant'è sottile il confine fra il raccontare i propri successi e l'autocelebrazione del proprio ego? Esiste davvero un modo corretto per poterli raccontare? Basta davvero un semplice "grazie a tutti voi che mi sostenete sempre" per essere, non solo per apparire, umili? E cosa molto più importante: chi legge i messaggi che lanciamo in rete ne trae motivazione o ne resta frustrato? 

Insomma che fine ha fatto l'insegnamento di: chi si loda, si imbroda. 




La regola delle 10 P

Prima

Pensa

Poi

Parla

Perché 

Parole

Poche

Pesate

Portano

Pene 



Commenti

  1. Beh, sappiamo che pensare prima di parlare (e ormai prima di cliccare invio) è fondamentale. Il problema è che ce lo dimentichiamo, spesso. Credo sia importante non tanto dire ma trovare il modo giusto per dirlo. Faccio l'esempio delle instastorie: alcune non le digerisco! Che siano VIP o meno, credo che non è tanto dire "sono al ristorante a mangiare pasta alla norma", questo lo sappiamo dire tutti, ma strapparci un sorriso o motivarci per qualcosa è un'arte, e non tutti lo sanno fare. Mi piacciono le persone che mi ispirano, soprattutto in quei giorni grigi quando accendendo la tv scopro che le cose non stanno andando tanto bene. Un saluto, Samnta.

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    1. Grazie per il tuo commento. Farò tesoro di cosa ti fa star bene perché potrebbe farlo anche ad altre persone. Io amo far ridere, strappare un sorriso, sono anche molto auto-ironica. Non amo molto parlare in diretta, ma potrebbe essere il giusto spirito con cui partire.

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  2. Pensare prima di parlare, o ormai è meglio dire digitare, è diventato quasi un optional!
    Raccontarsi è bello e farlo sul web è un modo nuovo, entusiasmante, ma spesso si, vedo che si sfocia in un ego smisurato, in una gara a chi fa di più!
    Basta saper prendere solo il bello del mondo digitale, senza lasciare che ci assorba la vita!

    XOXO

    Cami

    www.paillettesandchampagne.com

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    1. Esatto! Spesso faccio dei lunghi periodi di "detox" dal digitale, proprio per evitare che la mia vita ne venga risucchiata. Grazie per il tuo commento.

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  3. Mi sembra necessaria la tua riflessione per chi ha un blog come noi e credo che la tua ultima domanda sia la chiave giusta: qual' è l'effetto su chi mi legge, farmi invidiare o motivarli? ;)

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    1. Il punto è che, forse per il mio essere troppo critica, è troppo sottile la linea e mi dispiacerebbe superarla. Mi capita di leggere anche post assolutamente motivazionali, ma pensare che a qualcuno potrebbero creare l'effetto contrario. Grazie per il tuo commento.

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  4. Spesso quando leggo blog più grandi di me penso "beata lei" ma mi faccio coraggio e mi spingo per far di meglio. Vantarsi troppo è un male, farlo nel giusto modo porta a spronare altre persone come succede a me

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    1. Bene! E' questo lo spirito giusto! Denota in te un forte carattere e una buona dose di determinazione. Grazie per il tuo commento, spero di poter essere qualche volta anch'io motivazione per te e viceversa.

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  5. Bellissimo questo post, penso che quest siano considerazioni che dovremmo fare tutti noi
    Alessandra

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    1. Grazie Alessandra per il tuo commento, io forse dovrei pensarci un po' meno :D :D

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  6. Ottime considerazioni peccato che non tutti la pensano così

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    1. Infatti no e continuo a meravigliarmi di come lo faccia proprio chi "comunica" di mestiere.

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  7. io credo che nulla sia cambiato nel tempo, sui social le persone si comportano come si sono sempre comportate: pensare prima di parlare è cosa rara, lo era prima così come lo è adesso

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    1. Certo, però adesso è tutto amplificato e può colpire molte più anime fragili. Grazie per il tuo commento.

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  8. che bello il tuo post, e sono d'accordo con Silvia Jackson le persone sui social sono lo specchio di come sono nella loro vita reale! Se si è arroganti o presuntuosi o auto celebrativi nella vita di tutti i giorni lo si è anche sui social. Un abbraccio :-)

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    1. Proprio vero, forse lo si è anche di più! Grazie del tuo commento.

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  9. Hai sollevato un buono spunto di riflessione. Il confine è sottilissimo e facile da scavalcare, ce ne accorgiamo tutti i giorni.

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    1. Sì, infatti tutti i giorni mi capita di leggere un post che mi pare vada fuori dal confine. Grazie per il tuo commento.

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  10. Condivido in pieno il tuo pensiero.... mi è piaciuto molto questo tuo post/sfogo....

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    1. Grazie per i commento. Sì, effettivamente è un po' uno sfogo per avere un confronto con tutti voi! :*

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  11. Ciao! Ho letto con molto interesse il tuo contributo e devo dire che lo condivido. La bravura nel raccontare se stessi senza picchi di autocelebrazione secondo me risiedono nella capacità di chi scrive ma anche negli occhi di chi legge. Ci si nasce con più o meno simpatia, con più o meno capacità, e anche con più o meno voglia di sapersi raccontare, ponderando con naturalezza le parole. Ma se chi legge pensa di noi una cosa (negativa mettiamo il caso) difficilmente non scorgerà quella tanto odiata auto celebrazione e antipatia. Quindi scriviamo per chi sa apprezzare e prendiamo più alla leggera chi non vuole conoscerci. é tempo perso! (scusami il papiello :D)

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    1. Grazie mille per questo tuo lungo commento, nessun papiello anzi, l'ho apprezzato tantissimo e credo proprio che mi servirà per pormi meno domande ed essere più tranquilla. Purtroppo nel digitale non si intuisce bene il tono in cui si scrivono certe cose, si può essere fraintesi, ma è giusto non limitarsi per questo.

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  12. Molto interessante questa tua riflessione, anche io negli ultimi anni mi interrogo spesso su questo argomento. Io sono una di quelle persone che detesta la gente subdola, che si vanta in continuazione, che fa la vittima, che sfrutta tragedie e malattie per farsi compatire ed emergere, che deve stare al centro dell'attenzione a tutti i costi, ecc...ecc... bene, questo è un grande problema per me e il lavoro che faccio. Io ho uno schifoso eccesso di umiltà che invece mi fa passare sempre per la sfigatella incapace con una vita banale, ecc... faccio fatica, provo imbarazzo a vantarmi o ostentare i miei successi, i miei punti di forza, ecc... come se mi vergognassi a volte di essere troppo brava, o bella, o intelligente, allora lo nascondo un po'... tutto questo è da malati ed è controproducente per una che deve fare la vip/influencer, ecc... me ne rendo conto, ci sto lavorando. Non ha senso limitarmi o precludermi delle cose che mi piacciono e fanno stare bene, per paura di essere fraintesa o mal giudicata dal prossimo, o peggio per paura di essere come le persone che detesto :)

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  13. le considerazioni da non sottovalutare!

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